G. W. F. Hegel
La concezione della religione nelle opere giovanili
Le opere giovanili di Hegel, scritte tra il 1793 e il 1800, sono
rimaste inedite per tutto l'800 e solo nella prima metà del '900 sono
state conosciute e valorizzate.
Il tema trattato è quello religioso.
La novità dell'interpretazione hegeliana è il collegamento
imprescindibile posto tra religione e
politica: al rapporto verticale
uomo/Dio, proprio della religione, Hegel fa corrispondere il rapporto
orizzontale uomo/comunità, al mondo interiore fa corrispondere
l'ordine giuridico esteriore (e alla religione come "comunanza di
cuori" un ordine politico egualitario).
Nella "Vita di Gesù" Hegel individua nell'amore, nella
fratellanza, nella comunione di cuori il vero messaggio di Gesù
a cui
oppone i caratteri della religione "positiva" , storica, che
si è irrigidita attraverso dogmi, istituzioni e comandi esteriori
("Positività della religione cristiana")
Nell'opera "Lo spirito del Cristianesimo e il suo destino"
Hegel interpreta la religione ebraica come la religione nella quale Dio,
assolutamente trascendente, è estraneo alla natura e distaccato e
vendicativo nei confronti degli uomini che, a loro volta scelgono di
vivere in inimicizia con la natura e con gli altri uomini.
Gesù, invece, supera questo distacco e colma la frattura predicando
la legge dell'amore e mediando tra Dio e l'uomo, tra Infinito e
Finito ("Frammento di Sistema": l'amore è elemento
dialettico)
In tal senso, secondo Hegel, la figura di Gesù è vicina al mondo
greco, che viene opposto a quello ebraico: in esso Hegel vede
realizzato l'accordo uomo/Dio ( cui corrisponde un accordo
uomo/natura/comunità): il mondo greco, infatti, è un mondo armonico,
in cui si è determinato il profondo equilibrio tra sentimento
individuale e manifestazioni collettive, tra individuo e società, sia a
livello religioso, sia a livello politico.