G. W. F. Hegel
La critica alle filosofie precedenti e i fondamenti
del sistema
I fondamenti della filosofia hegeliana si delineano (anche) in
rapporto con la filosofia precedente e, in
particolare, in rapporto:
-con la filosofia di Kant:
Hegel critica il dualismo di fondo della filosofia kantiana, quello
esistente tra l'Io ( che ordina i dati provenienti dall'esperienza) e la
realtà in sè, indipendente ed estranea, cui l'Io non potrà mai
giungere.
Hegel non accetta, quindi, il "fenomenismo" kantiano (il
fatto, cioè, che l'Io si debba ridurre a conoscere solo il
fenomeno): a questa visione oppone l'idea che si può conoscere
l'Assoluto ( e che la filosofia è "sapere assoluto").
Non accetta neanche la
distinzione kantiana Intelletto/Ragione
(tra l'Intelletto che conosce i fenomeni e la Ragione che
"pensa" i "noumeni" ma non potrà mai conoscerli).
-con la filosofia di Fichte:
Pur accettando di percorrere la via idealistica tracciata da
Fichte, Hegel critica il
soggettivismo fichtiano (cioè l'individuazione
dell'Assoluto nell'Io, cui però sfugge il valore dell'oggetto)
Pur accettando l'evoluzione dialettica dell'Io fichtiano, Hegel ne
critica la "cattiva infinità", l'idea che l'Io
debba superare i limiti all'infinito. A questa dialettica Hegel opporrà
la sua dialettica circolare (in cui il momento iniziale e finale coincidono,
dopo che l'Assoluto si è svolto).
-Con la filosofia di Schelling:
Hegel, che pure ha collaborato con Schelling negli anni giovanili,
condividendo le critiche di quest'ultimo al Soggettivismo fichtiano, non
accetta di Schelling:
-il sistema. Riferendosi in particolare alla "filosofia
dell'identità", Hegel ritiene l'Assoluto schellinghiano
caotico, come "notte in cui tutte le vacche sono nere".
-il metodo. Hegel critica il ricorso a metodi non razionali ("colpi
di pistola") riferendosi, in particolare, alla soluzione data
da Schelling al problema della deduzione del finito dall'Infinito e il
ricorso alla "caduta" dell'Assoluto.
Da qui:
L'Assoluto è per Hegel unità logica
(chiara, comprensibile,
razionale), concreta (include la realtà)
dinamica ( si
evolve dialetticamente) di Ragione e Realtà
Ciò che è razionale è
reale
ciò che è reale è razionale"
Ragione e realtà sono inscindibilmente unite. La ragione non è mai
astratta, ma sempre si incarna nella realtà, si concretizza in essa. La
realtà non è mai irrazionale, ma sempre incarna la ragione ( e
perciò ha sempre una spiegazione).
La filosofia ha il compito di cogliere l'Assoluto ( ovvero di
comprendere che la ragione è realtà e che la realtà è ragione);
coglie che "tutto è ragione", che la ragione è in
tutte le cose (N.B.: la filosofia di Hegel, perciò, è definita Idealismo
logico o Panlogismo).
In che modo la filosofia coglie l'Assoluto?
attraverso la ragione stessa, che procede dialetticamente.
Quindi : nella filosofia la ragione coglie se stessa nella realtà.