L' eta' dei totalitarismi
(1920-1945)
Il clima culturale
Il clima culturale è caratterizzato dalla consapevolezza della
problematicità e dalla precarietà dell'esistenza. Si mette in
discussione la fiducia nell'uomo, nella razionalità e nel progresso e la
cultura si differenzia e si frantuma nel tentativo di cogliere i
molteplici aspetti della realtà.
Si affermano filosofie con orientamenti irrazionalistici, interessate
alle problematiche esistenziali, ai problemi del linguaggio o
all'epistemologia.
Sorgono indirizzi come il Neopositivismo,
la Fenomenologia, l'esistenzialismo.
Nel contempo, però, si manifesta una forte fiducia nell'uomo, nelle sue
potenzialità, nella possibilità di cambiare la realtà (marxismo).
La cultura oscilla quindi tra un certo disincanto rispetto all'uomo e
al mondo e l'entusiasmo per fedi politiche che richiedono un impegno di
vita.
Nei regimi totalitari, in particolare, l'intellettuale presenta vari
tipi di atteggiamento:
a) rifugio in una cultura elitaria, rivolta unicamente ai temi
esistenziali e volutamente distaccata dalla realtà politico - sociale (Croce,
ermetici)
b) critica socio - politica alla standardizzazione culturale con
sviluppo del pensiero "negativo" (Scuola
di Francoforte)
c) progressivo distacco dalle avanguardie culturali e ritorno all'ordine
delle tendenze classicistiche e a una funzione autoreferenziale della
letteratura
d) atteggiamento di impegno critico e costruttivo sul piano
sociale (Brecht - Gobetti - Gramsci per
la sinistra, Gentile per la destra)
Tale complessa atmosfera culturale caratterizza e condiziona lo
sviluppo delle arti
figurative, del teatro, del cinema,
della musica.