L'età della
crisi
(dalla fine dell'800 al 1920)
La situazione politica
All'inizio del secolo si
manifestano i primi segni di un declino
dell'Europa di fronte all'emergere
dei grandi paesi extraeuropei : gli USA, che impongono la loro
egemonia in America Latina e appaiono destinati a diventare la prima
potenza industriale e militare, e il Giappone, che si afferma come
potenza egemone in Estremo Oriente, in concomitanza con il crollo dell'Impero
cinese.
Cresce nel contempo l'interdipendenza
mondiale, con lo sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione e di
trhtmorto e comincia a manifestarsi la tendenza verso l'affermazione
della democrazia di massa, con la crescita dei grandi partiti di
ispirazione socialista o cristiana e l'introduzione del suffragio
universale nelle realtà più avanzate.
In Italia,
dopo i tentativi autoritari di fine secolo, il governo liberale di
Giolitti, caratterizzato da importanti riforme sociali, dalla
industrializzazione, dallo sviluppo di infrastrutture, da riforme
politiche importanti (suffragio universale maschile),
rappresenta, pur con alcuni limiti (questione meridionale, emigrazione),
un periodo di progresso civile e assicura un miglioramento del tenore di
vita.
Si rafforza la presenza dei Socialisti
(pur tra contraddizioni e contrasti interni) e del Sindacato; si
sviluppa il movimento politico dei cattolici (Democrazia cristiana),
la cui parte conservatrice stabilisce un'alleanza elettorale con
Giolitti (Patto Gentiloni, 1913) in concomitanza con il prevalere dei
massimalisti nel PSI.
Nel frattempo, le tensioni
preesistenti, ma anche errori e scelte avventate di capi politici,
governanti, militari, determinano la I
Guerra mondiale (1914-18), che appare quasi subito non una
guerra-lampo, ma di posizione e di logoramento.
L'Italia interverrà un anno dopo l'inizio della
guerra, a seguito di un lungo dibattito tra neutralisti ed
interventisti, per la convergenza tra le posizioni della piazza, la
volontà del sovrano, quella del capo del governo e del ministro degli
esteri.
La guerra sarà un'immane carneficina, nella quale
saranno impiegati nuove armi e nuovi mezzi tecnici, assorbirà enormi
risorse, vedrà il sorgere di ribellione fra le truppe, specie in alcuni
momenti (in Italia, Caporetto), quando non una vera e propria
dissoluzione dell'esercito (in Russia).
Infine, anche grazie all'intervento degli USA, la guerra termina
con la dissoluzione di
ben quattro Imperi (Impero
russo, austro-ungarico, tedesco, turco).
In Russia la
rivoluzione del 1917 determina in un primo momento la caduta dello
zarismo. La rivoluzione d'ottobre
porta poi al potere Lenin e i bolscevichi, consentendo la
realizzazione, per la prima volta, di uno stato socialista e, con la III
Internazionale, di un punto di riferimento rivoluzionario per la
classe operaia mondiale.
Nell'immediato dopoguerra sarà difficile definire i trattati di
pace, anche a causa del duro atteggiamento della Francia nei confronti
della Germania. L'ideale di un organismo internazionale che potesse
assicurare la pace ("Società delle Nazioni") portato avanti
dal presidente degli USA Wilson si afferma con molte difficoltà e
contraddizioni.