H. BERGSON

Bergson individua nell'uomo due tendenze sempre tra loro connesse: l'istinto (azione spontanea e incosciente che consente di produrre gli strumenti organici, ma in modo ripetitivo e automatico) e l'intelligenza (capacità di produrre strumenti inorganici, i concetti , il linguaggio, per meglio rispondere ai bisogni vitali).

 

Punto di arrivo dell'intelligenza è la scienza, che si caratterizza per lo strumento ( l'intelletto), il procedimento ( l'analisi) e per l' oggetto ( i rapporti esterni delle cose).

 

L'intelligenza conserva sempre un legame con l'istinto (da cui deriva) ed è capace di a ritornare ad esso, accompagnata però dalla coscienza.

 

Questo ritorno, consapevole e disinteressato è, secondo Bergson, l'intuito, vera facoltà conoscitiva, capace di cogliere il cuore della realtà, l'interiorità e l'unicità degli oggetti.

 

L'intuito è lo strumento che consente di cogliere l'individuale ( nell'arte) o la vita nella sua universalità e nel suo slancio vitale ( nella metafisica ).

 

In contrapposizione al Positivismo, quindi, Bergson torna a valorizzare la metafisica, l'unica scienza capace di raggiungere la piena comprensione della vita.