K. Marx
Il plusvalore
Lo scambio avviene o tra merci (produzione mercantile) o tra denaro ( produzione industriale, capitalistica).
Nella Produzione Mercantile il modello dello scambio è M (merce) D(denaro) M(merce), in cui il mezzo di scambio è costituito dal denaro
Nella Produzione Capitalistica il modello dello scambio è D (denaro) M (merce) D1 (denaro) Il denaro è causa e fine della produzione e D1 risulta superiore a D. Ciò accade perché, nel produrre la merce, si produce il plusvalore= lavoro in più, non pagato (profitto, furto).
Il plusvalore non proviene dal denaro in quanto tale (che è un semplice mezzo di scambio), né dallo scambio stesso (che è sempre tra merci equivalenti), ma è creato nel momento in cui si produce e dal modo con cui si produce.
Il plus valore è prodotto da una merce particolare, che non viene pagata come tutte le altre merci, non viene pagata al giusto prezzo: la forza-lavoro, il lavoro dell'operaio che nelle merci prodotte immette un valore superiore al valore di scambio
Se, ad es. in una fabbrica un operaio, lavorando in un giorno 10 ore, produce un valore pari a 100 e riceve un salario pari a 50, viene pagato solo per 5 ore: quindi il "capitalista", che detiene i mezzi di produzione, acquisisce 5 ore di pluslavoro, ovvero il valore corrispondente alla quantità di lavoro non pagata.
La società industriale del suo tempo secondo Marx, si regge sul plusvalore, sul lavoro non retribuito che il lavoratore, non disponendo di altro se non della sua forza-lavoro, è costretto a fornire al "capitalista" , che dispone invece dei mezzi di produzione.
Dal plusvalore deriva il "profitto", che va calcolato tenendo presente che il capitalista deve investire non solo nei salari ("capitale variabile"), ma anche nei mezzi di produzione, nelle macchine (" capitale costante").
Il capitalista tenderà, ovviamente, ad aumentare il plusvalore , ma nella logica del profitto sono inevitabili e insolubili le contraddizioni del sistema, che determineranno la sua fine