F. W. Schelling

La filosofia della natura

(1797-1799)

 

Secondo Schelling la Natura è Spirito: non c'è alcun elemento naturale che non incarni -seppur limitatamente- lo Spirito.

 

Le leggi della natura sono quindi le stesse leggi dello Spirito e vanno scoperte attraverso una "deduzione a priori" (vanno dedotte dallo Spirito). Esse sono le leggi dell'opposizione che,  relativamente alla natura, Schelling chiama "leggi di polarità".

 

Tutti i fenomeni naturali, dai più semplici ai più complessi, dai micro ai macro fenomeni sono spiegabili attraverso una "polarità di forze" (polo positivo/polo negativo).

Anche le scoperte scientifiche del suo tempo (elettricità, magnetismo) dimostrano, secondo Schelling,  come i fenomeni naturali siano spiegabili con una opposizione di forze.

 

Schelling definisce la sua fisica "speculativa": essa, cioè, va intesa come  una filosofia della natura  che si propone di cogliere l'infinito nel finito, l'universale nel particolare, lo Spirito nella natura non attraverso l'esperimento, ma attraverso una deduzione a priori (che  non significa ignorare i dati dell'esperienza, ma utilizzarli a conferma di quella visione).

 

La "fisica speculativa" di Schelling rifiuta sia il modello meccanicistico della natura proprio della scienza moderna (che non riesce a spiegare gli organismi viventi) sia il modello finalistico tradizionale (che, rifacendosi a un Dio trascendente, compromette l'autonomia dei processi naturali).

 

Schelling propone, in sostanza, una concezione finalistica e immanentistica che rintraccia un fine (inconscio) interno ai fenomeni naturali, intesi sempre come organismi (organicismo).