A. Schopenhauer

Il mondo come "rappresentazione"

 

Schopenhauer torna alla distinzione kantiana fenomeno / cosa in sè.

 

Ma:

 

»  mentre per Kant la realtà fenomenica è oggetto esterno all'Io, per Schopenhauer il fenomeno è rappresentazione che esiste dentro la coscienza. 

Il soggetto è dotato di forme a priori  -che Kant ha il merito da avere scoperto- che, secondo Schopenhauer sono spazio, tempo, causalità (e ci fanno giungere a una visione meccanicistica del mondo);

» mentre  per Kant il fenomeno è l'unica realtà conoscibile, per Schopenhauer è apparenza, illusione, sogno.

 

Al di là del fenomeno esiste, secondo Schopenhauer,  la vera realtà cui è possibile accedere se si supera l'orizzonte della rappresentazione e se si lacera il "velo di Maya" ( di cui parla la sapienza indiana: il velo ingannatore che si frappone tra  l'Io e la cosa in sè).

 

Come si accede alla cosa in sè?

 

Rientrando in se stessi e cogliendosi non solo come organismo, come corpo (rappresentazione), ma come insieme di bisogni, impulsi, desideri, tendenze volti a conservare la vita: come Volontà, che non solo è la radice noumenica dell'uomo, ma è l'essenza di tutte le cose.